Nero Come

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martedì 8 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna nera - Uno

Puntata uno - Manganello Delturco era uno che non perdeva tempo. Lo distribuiva in ogni dove. Alle negre in attesa di passaporto nelle celle dell’aeroporto alle bianche in attesa di cocco sequestrato ai poveri diavoli nelle strade alle puttane dell’est che fermava e alle quali portava i profilattici perché si sa i loro papponi contano i preservativi e se ne manca uno sono botte! Ma non divaghiamo che sennò a forza di parlare di puttane mi confondo che a ben vedere anche le redazioni e i partiti ne sono pieni! Dunque i due si erano incontrati in una fredda notte di gocce e parole. Penna Nera non aveva voglia di perdere tempo desiderosa di cavalcare una storia che la avrebbe portata alla ribalta delle cronache nazionali. Aveva adocchiato la possibilità di scalare la vetta per arrivare in Parlamento luogo che secondo lei si addiceva alle sue attitudini. Ancora non lo sapevo ma mi ritrovai a pensare più volte che aveva ( o che avesse? boh ) perfettamente ragione !!!! Lei però aveva bisogno di informazioni. E così il giorno prima lo aveva chiamato. Manganello Delturco vecchia conoscenza del commissariato di pubblica sicurezza prossimo alla pensione vicino al mondo del calcio non distante ai soldi che girano in libertà compagno di merende della banda Ben Hur (nome che evoca in città mitiche scorribande nel porto delle nebbie) non aveva esitato. I due adesso erano fermi nella Smart da più di mezz’ora e le domande di lei sembravano girare a vuoto. Finché il commissario aveva avanzato la sua proposta: “Penna Nera, non hai scelta. In fondo è uno scambio che conviene a tutti e due”. Lei gli aveva rivolto uno sguardo di intesa passando a un tono più colloquiale: “Sarà un accordo alla pari”. “E’ una scorciatoia per arrivare alla meta prima degli altri”. Le dita di Delturco avevano sfiorato il seno per infilarsi poi sotto la camicetta. Penna Nera si era fatta più vicina: “Lo capisco subito quando un uomo è disponibile. Accetto lo scambio”. Poi senza aggiungere altro si era chinata e aveva iniziato a baciarlo con delicatezza tra le gambe dove con sapienza tutta maschile il famoso fratello con un solo occhio di nome Polifemo era fuoriuscito dalla patta dei pantaloni dell’abile Manganello tutore dell’ordine. Lei con la padronanza linguistica che appartiene a certe categorie lavorative aveva alternato piccoli colpi di lingua a esplorazioni più profonde. Finché lo aveva sentito irrigidirsi. Un lamento lungo e strozzato come un suono di sirena nella notte aveva messo la parola fine alla prima parte dell’accordo. Ora toccava a lui. Manganello Delturco scese dalla Smart sistemandosi i pantaloni: “Sai regalare emozioni intense” – disse rivolto a suo fratello da un solo occhio. “Grazie” - rispose lei emozionata trasfigurandosi in Polifemo con naturale equiparazione a una testa di minchia. Manganello aggiunse soddisfatto come sanno essere gli uomini di potere: ”Domani avrai l’informazione. Si diresse verso l’automobile di servizio dove un giovane attendente lo aspettava annoiato. “Portami a casa. Per stasera il manganello può dormire in pace”. Il giovane compiaciuto sorrise. Mise in moto e l’Alfa sparì nel buio mentre l’uomo considerò che la dattilografa ci sapeva fare. Batteva da paura là dove il glande duole, con la tastiera e soprattutto con la lingua. E lo scambio dava reciproca soddisfazione. Lei aprì lo sportello e si avviò verso la sua automobile, pulendosi la bocca con un fazzoletto di carta. Sputò in terra come sempre usano certe donne di classe superior e tutti gli optional e si guardò intorno. Nessun testimone. O forse sì. Il gestore del Castell-beach. Un certo Fabrizio Bucìa. Credibilità zero. Tutto a posto dunque per un’operazione che era durata pochi minuti. Manganello Delturco era arrivato già eccitato e non aveva tardato a godere. Si era svuotato come al solito muovendo le gambe come se avessero ricevuto scariche elettriche e gemendo come fanno gli uomini. Incontri veloci movimenti conosciuti scambi convenienti nella notte lidense. Lui avrebbe letto il proprio nome sul famoso quotidiano nazionale per ciechi e lei avrebbe ottenuto una informazione preziosa per le sue indagini sulla mala di Ostia e sui traffici invisibili al grande pubblico. Soddisfazione massima per entrambi al prezzo di un pompino. L’accordo era stato sigillato. Non proprio con il sangue ma con ben altro liquido umano. “Ma l’importante – mi confidò infine Penna Nera - è la soddisfazione reciproca. E il pensionando uomo d’ordine, in fondo, si accontentava di poco”.

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