Nero Come

Nero Come

lunedì 4 aprile 2016

Fatti minori e vicende giudiziarie

Fennech nel film: la poliziotta fa carriera
Sudava Nero Come. Come mai prima. Non mi lasciò nemmeno il tempo di un "Ciao". 
“Quello che deve preoccupare – disse il mio amico - è quello che sta succedendo a Ostia. Ecco leggi qua…”
L’articolo era appena uscito su un blog di quattro sfigati che sfidavano il potere PaDronale allertando cittadini e istituzioni: "Ci sono fatti, pur all’apparenza minori che consentono di cogliere in modo netto il senso di alcune vicende giudiziarie. Ci sono ricaduti di nuovo, quelli della Banda del “Circo celestiale”. Hanno gridato allo scandalo alla riuscita di un’operazione di Polizia e sparato le facce del Ciccione di Ostia in prima pagina".
“E io Nero Come ignaro di tutto ho continuato a mangiare crema di noccioline e marmellata annaffiata da latte bianco e freddo”.
“Continuo a leggere” – dissi: … "La cittadina è ormai sempre più cartina di tornasole delle peggiori derive istituzionali. Non si tratta, questa volta, di mettere i sigilli a uno stabilimento grazie al ruspante sindaco e vigile di primavera che poi il magistrato puntualmente non convalida. Non si tratta di operazione di presentazione di libri presso i ciechetti del Teatro del Litorale pronti ad affermare che hanno sempre fatto antimafia e che invece hanno sempre chiuso gli occhi davanti alle malefatte dell’asino in manette... Si tratta…." “Nero non capisco … ma cosa c’è scritto?”
“Continua a leggere” – disse imperioso.
"Si tratta ormai di ricostruzioni tanto drammatiche quanto fantasiose del tentativo di ridurre al silenzio voci fuori dal coro. Finora si è trattato “soltanto” di una a dir poco anomala applicazione di denuncia da parte di una plurindagata per stalking e vari altri reati che però essendo utilizzata dal Partito Democristiano come cacciavite diventa la denuncia per eccellenza".
“Hai preso le pasticche oggi?”
“Leggi qua – disse passandomi il foglio del noto giornale del Partito Democristiano che riportava a tutta pagina il faccione del mio amico.
“Beh, sei famoso…” – dissi.
“Famoso un cazzo. A me non mi ha cercato nessuno. Ma qui dicono che sono stato chiamato dalla sezione D della questura e che la mia pagina Fb è stata chiusa”.
“Beh…le minchiate di questo giornale ormai sono proverbiali. Non a caso le vendite sono crollate”.
“Ma sai di cosa si occupa la sezione D?”
“Reati contro gli animali? Il cervo si è scoperto cornuto?”
“Non mi prendere per il culo – sbottò Nero Come. Si occupa di reati contro i minori e pedofilia. E vorrei sapere cosa centra la diffamazione con la sezione D”.
"Hai violentato qualcuno?"
"No.Giuro"
"Molestato coppiette?
"No".
"Ti sei masturbato?"
"Solo in bagno...ma non è peccato".
"Dipende da quanto lo fai....una volta al mese?"
Il mio amico ciccione rise di gusto. E mi guardò con il solito sguardo con il quale riusciva a farmi sentire un deficiente. Poi aggiunse: "De più".
"Una a settimana?"
"Ma co sto arnese.... de più".
"Una volta al giorno?" - domandai sorpreso.
"Sì ma solo d'estate. Eppoi, lo sai che come me le faccio da solo..."
Aveva ragione. era il segreto inconfessabile degli uomini. Una mano amica è per sempre. E mentre pensavo a queste amene verità Nero Come riprese: "Eppoi mica è facile tenere a bada questi 31 centimetri".
"31? Cazzo!!!! " - esclamai. "Se lo vengono a sapere le donne del litorale ti dovrai nascondere a vita".
"Donne e Pula che mi inseguono. Bella soddisfazione".
"Questioni del cazzo" - replicai. "Ma dimmi perché ti insegue la sezione D della questura ?"
“Avvertimento” – replicò.
“Avvertimento di cosa. Scusa amico mio ma non ti seguo”.
"Marchetta preelettorale al Partito Democristiano?”
"Marchetta?"
“Mi stanno avvisando che se continuerò a dire la verità su Ostia…”
“A chi hai rotto le palle questa volta?”
"Ho messo faccine e like su fb. Non è da uomini con 31 centimetri. Così dice la pula".
"E' un po' poco...  altro?"
Nero Come sorrise. Con quel modo che hanno i bambini e i matti quando commettono qualcosa di giusto e lecito. Poi aggiunse…“Tanto per cominciare a un commissario che passava i documenti a una sua amica. Il commissario Libera e la signora Labbufala”.
“E Libera si è incazzato…”
“Molto. Ma non è colpa mia. Se ti vuoi trombare una donna sposata devi fare attenzione a due cose: che non resti incinta e che non si venga a sapere…”
“Vabbè…andiamo oltre. Sarà l’esame del Dna a stabilire la verità. E non sono problemi nostri ma del marito” – dissi. “E poi? A chi altro hai rotto le palle?”
“Ai soliti – disse lui. Quelli che non vogliono far votare il popolo, quelli che non battono gli scontrini e parlano di legalità nelle spiagge, quelli che hanno il cuore impazzito e traslocano nella notte, quelli della pistola in municipio e della legalità siamo noi”.
“Insomma i soliti amici del Presidente in manette”.
“Sempre loro. Hanno fatto sprofondare Ostia nella melma e adesso vendono libri pieni di minchiate, di errori e informazioni sbagliate. Confondono appelli di cittadini con libri che parlano di Cuba, mischiano fratelli, figli e mogli in un’orgia di informazioni che dimostrano di non aver mai vissuto il territorio. Ma insomma Ostia merita rispetto. Basta con questi personaggi che insabbiano la verità...sempre più oscuri”.
“Ma non sei tu l’oscurato?
“Lo dicono loro. Ma come vedi sono ancora qui e non saranno loro a fermare un ciccione perché non sanno che il popolo di Ostia è con me!!” 
Vide una volante e ricominciò a correre. Salutandomi da lontano mi promise che avrei avuto presto sue notizie e altre informazioni sulla sua vicenda. In quel momento pensai che avrebbe avuto bisogno di doppia razione di pasticche. Ma non ebbi il coraggio di dirlo ad alta voce perché in fondo i matti sono così. A differenza dei presunti normali solo in apparenza alterano la realtà.

giovedì 31 marzo 2016

Anche i muri parlano

“In questura i muri finalmente raccontano. Se vuoi maggiori informazioni vai alla cabina di fronte. Troverai un cellulare. Ti chiamerò”. 
Questo fu il messaggio contenuto nella lettera che Nero Come si vide recapitare quella sera intorno alle ventidue ora zulu di Roma. Ingurgitava un panino di marmellata alle fragole e crema di noccioline shekerando il tutto nel suo intestino con del buon latte freddo senza zucchero quando una busta bianca gli venne consegnata da un ragazzino.
“Tu sei il famoso Nero Come ?” – chiese il moccioso.
“Si. Perché mi rompi i coglioni mentre mangio?”
“Tieni. Una persona mi ha detto di darti questa”. Aveva lanciato la busta sul tavolo e si era dileguato spaventato dagli occhi azzurri che lampeggiavano.
Nero Come non fu come al solito colto dalla curiosità e continuò ad ingozzarsi. Poi scolò il latte. Ruttò rumorosamente e fortuna volle che i clienti del locale esultarono per un gol della nazionale così da coprire il cavernoso ruggito che annunciava l’inizio della trasformazione del cibo in sostanze assimilabili.
Poi sbirciando fuori vide una cabina del telefono ricordo del secolo appena trascorso. Con le mani ancora sporche di marmellata vi si diresse e cercò di entrarvi ostacolato dalla mole. Il cellulare squillò. Dopo essere entrato di sguincio nella cabina che puzzava di urina afferrò il cellulare e rimase in silenzio.
“Se può essere utile alla causa sappi che in questura continua a circolare la voce della relazione avuta dalla signora Labbufala e un ufficiale che qui tutti chiamano Libera. E’ lui che passa le notizie a Labbufala”.
“Libera?” – domandò sorpreso.
“Stai zitto ciccione – disse la voce di donna. E’ un omonimo".
"Omo ...che???"
"Minchia quanto sei ignorante ... significa che ha lo stesso nome ma in realtà è un nome di copertura e non ha nulla a che vedere con l’onesta e attivissima associazione del famoso don Luigi che non fa un nome nemmeno se lo ammazzi”.
“E perché questo nome”.
“Te lo dirò – continuò la donna ma poi basta domande. La scelta cadde su questo nome perché i due formavano una coppia indissolubile e allora tutti li avevano appellati Libera e Bella. Sarebbe stato forse più corretto chiamarli La bella e la Bestia ma sarebbe stato troppo facile individuare la bella e soprattutto la Bestia. Avremmo potuto anche chiamarli Tarzan e Cita ma anche in questo caso il risultato sarebbe stato scontato e facile identificare il genio e la scimmia. L’ultima coppia celebre (e che davvero si addiceva ai nostri) poteva essere Stanlio e Ollio…"
Nero Come rideva di gusto incastrato nella cabina che si muoveva al ritmo delle sue flaccide carni.
“Zitto bestione”.
“Bestione a chi? Bada a come parli. Sennò chiamo il mio amico Roberto…”
“E' inutile che ti agiti. Il tuo amico presto verrà ingabbiato".
"Come fai a saperlo".
"Sono una cellerina anche io. Ma ti interessa il resto o no? tagliò corto la voce.
“Sì. Sì ...Vai avanti”.
“Sappi dunque che le malelingue raccontano che il bellimbusto abbia ingravidato Labbufala ma fonti ufficiali dicono che sia stato il cervo familiare. Dunque solo gossip all’ombra della questura. Sicuri invece dell’accordo che all’inizio era basato su uno scambio. Lui preparava i comunicati e lei incapace di scrivere persino il suo nome li faceva pubblicare su un giornale empio di bufale al servizio dei mungitori dell’italico popolo e su altri giornaletti di provincia sui quali scrivevano uomini fatti di pasticche del Cim e di Maria. Lei in cambio metteva a disposizione il suo corpo con una arte che sfiorava una ninfomane devozione. Uno scambio alla pari che dava a entrambi soddisfazione. Documenti e soffiate in cambio di folle di sesso. La relazione li vide impegnati dal 2011 per tre anni durante i quali i due pensarono persino di separarsi dalle rispettive famiglie fino all’arrivo del Partito Democristiano che mise fine all’idillio al grido “Prima la famijia”.
“E il bufalo?”
“Niente …continua a giocare a calcetto”.
“Ma io sapevo di Manganello Del Turco”.
“Ah quello – rispose la donna al cellulare. È impegnato in altre piste eppoi è vecchio. Non gli regge il manganello”.
“Bene – disse Nero Come - e adesso cosa vuoi?”
“Che lo racconti in giro”.
“E che sono la serva del villaggio? Io mica sono Labbufala”.
“No ma potresti compare 20.000 like e atteggiarti a l’uomo più seguito del web. Potresti perfino partecipare ai convegni, ritirare finti premi costruiti a tavolino e scrivere libri da sotto un tavolo”.
“Non se ne parla. io racconto solo cose vere” – disse. Ruttò di nuovo al pensiero della bufala.
“Che cos’è stato?” – chiese la voce.
“Niente. Si oscura il cielo e mi stimola la digestione”.
“Pensaci in fretta. Domani ti chiuderanno la pagina Fb”.
“E tu che ne sai?”
“Lo dice Labbufala”.
“Ah…allora stiamo tranquilli. Dì al commissario Libera o come diavolo si chiama di preparare le manette. Adesso che conosciamo la storia ci sarà da divertirsi. Io intanto comincio a scrivere…”

sabato 12 marzo 2016

Siamo tutti Luna Nuova

Sarà che stò a invecchià pure io…
Doveva succedere e stamattina è successo. Così dopo aver evitato i carcerieri vestiti di verde, aver buttato le solite pasticche al cesso ed essere uscito per Ostia smaltire i miei 130 chili, mi sono seduto al solito bar di fronte al pontile e ho acceso il pc….
Doveva succedere….
E così, quando ho visto le pagine di tanti, tanti amici con il logo di Luna Nuova, senza nemmeno rendermene conto, due lacrime di commozione sono scese lungo le mie guance.
Il mio amico Roberto mi prenderà per il culo a vita ma io sono così. Un ciccione dal cuore di panna.

Oggi siamo tutti Luna Nuova. 

venerdì 11 marzo 2016

Tempi grigi (e gialli)


Buongiorno sono Nero Come...sono appena scappato dalla caserma dove due energumeni vestiti di grigio mi hanno trattenuto per l'intera giornata... 
In verità sono scappato dal Cim e i due energumeni erano due infermieri ma si sa che una bugia ripetuta mille volte diventa una mezza verità. Ostia ne è l'esempio. Al mio amicone di sempre R.F, di cui scriverò solo le iniziali perché inseguito da due energumeni vestiti di blu, succede che gli oscurano il profilo di fb. E giù telefonate di solidarietà che nemmeno fosse stato minacciato da una gang di giornalisti o accusato da un giornale di ex communisti o da politici falso-rossocrociati. 
L'ho visto che correva e dietro i due. Anche io ho cominciato a correre e dietro, i miei due. Alla fine sembravamo i podisti della Roma Ostia.... e sapete cosa mi ha urlato? Sono uscito adesso dalla caserma dove due energumeni vestiti di grigio mi hanno trattenuto per l'intera giornata. Adesso i nostri amici hanno un c***o per il c**o e non basteranno le giravolte circensi del presidente a metterli in salvo!
Dura la vita del matto. Ero io con i miei 130 chili a fuggire con due alle spalle vestiti di verde. E mi sono ritrovato a inseguire uno, inseguito da due vestiti di blu e davanti due vestiti di grigio... ma sì sa una bugia è una bugia e un fatto è un fatto (ma il grigio è sempre grigio!!!!) 

lunedì 22 febbraio 2016

Un commissario per amico

Beccai Nero Come che cantava a squarciagola..."Cerasella...Cerasella de Ostia mia...”
"Ubriaco?" - chiesi.
"Idiota e poco informato - rispose piccato.
Non è una canzone d'amore ma poco ci manca !!! Cerasa, capo della redazione romana di Repubblica, capo di Federoca Angeli, quello che chiama il Prefetto di Roma per farle avere la scorta. Cerasa, beccato nelle intercettazioni di mafia capitale...Luca Odevaine, ex collaboratore di Veltroni e tra i principali protagonisti di Mafia Capitale, ordina a Buzzi: “Cerasa, Peppino Cerasa è il capo redattore della Repubblica, digli a Goffredo se lo chiamasse”. Goffredo Bettini è la Regina dello scacchiere. Se avresti letto la pagina fb del commissario Spadone...ignorante che non sei altro..." 
"Congiuntivi e condizionali - dissi - appartengono all'altro mondo ..."
Rise e aggiunse: "Parlo come quelli del circo degli angeli... ignoranti come capre. Ma in effetti, cosa ci dobbiamo aspettare da una cricca di affaristi trasparenti come Petrolio? "
"Chissà quanti altri giornalisti sono sul libro paga del Partito Defunto che attaccano e accusano le persone oneste nel nome di una legalità creata per coprire le malefatte? - chiesi. 
"A quante altre sceneggiate dovranno sottostare i cittadini di Ostia, comune sciolto per mafia, grazie alle gesta di Tazzone e la sua cricca??? - fece eco ....e se ne andò cantando... Cerasella... Cerasella de Ostia mia"

martedì 26 gennaio 2016

Balneari e ciarlatani (con il naso lungo)

Lo vidi e rimasi a bocca aperta.
In giacca nera e papillon sembrava uscito da un film di gangster.
La pancia prominente, gli occhi azzurri e la pelata però lo tradirono. Era sempre lui. Nero Come, il matto scappato dal CIM, sempre pronto a distribuire perle di saggezza.
“Sono stanco – disse. Stanco delle scuse e delle bugie, delle rispo­ste evasive, della gente che si rifiutava di farsi avanti e di dire la verità e di prendersi la responsabili­tà delle proprie azioni. Stiamo vivendo in pieno il declino della civiltà occidentale”.
“La vedo dura oggi – e poi chiesi: Cosa ti è successo?”
Mi guardò con la solita aria di uno che guarda uno sprovveduto e spesso, devo aggiungere, dopo le sue parole, mi sentivo esattamente uno caduto dal cielo, per caso a Ostia.
“Guardati intorno – continuò - dilaga bianca-neve, sempre invitata al teatro del Langue, dilaga il caos, la corruzione nel municipio, le segretarie che gestiscono fondi pubblici, quelle che non si tagliano i peli del pube e delle ascelle e che la danno a MezzaOstia stalker compresi, il disastro amministrativo, il cambia­mento ambientale, l’acqua che sommerge Ostia e delle pompe che funzionano solo di notte mentre altre, più luride, funzionano a pieno regime, della guerra alle associazioni, delle malattie mentali che travolgono certe giornaliste che da giovani si tagliavano le braccia, della fame di uccelli mai visti da certe donne che fanno carriera in municipio e nelle redazione. Cervi che si rimirano allo specchio e non vedono le corna ma competono con giornalisti seri, paralitiche trasformate in scimmie ammaestrate, l’italia Sinistra in un decadimento sempre più accentuato e adesso pure le Locuste pentastellate che vogliono accordarsi con il Partito Defunto per spartirsi la città eterna e…”
“Basta Nero. Ti prego…” – esclamai. Mi hai depresso abbastanza…ma perché sei così abbigliato?”
Finalmente lo vidi sorridere.
“Riunione – esclamò. Ad alti livelli”.
“E ti hanno invitato?” Domandai sorpreso.
“Presunto invitato”.
“Dai raccontami”.
“Al teatro Manfredi… Rutellone convocato dal sindacato dei balneari”.
“E ti sei imbucato?”
“Invitato!!! – esclamò soddisfatto. E sai chi c’era?”
Feci no con la testa ma lui era già partito: “Il prefetto. Quello della digos mandato da Roma”.
“E quindi? – domandai.
“Beh. Se fai due più due dovresti arrivarci pure tu. Però ti aiuto io. I Balneari sono stati accusati di essere mafiosi e Rutellone si presenta a Ostia e il prefetto sale sul palco”.
“Continua” - dissi.
“Quindi i balneari non possono essere mafiosi e chi li ha accusati fino ad oggi ha detto tante cazzate. Quella della legalità era solo un’azione orchestrata dal Partito defunto per rifarsi l’immagine di persone oneste. E da Roma hanno deciso di colpire i balneari”.
“Ora è chiaro. I balneari chiamano Rutellone e il prefetto li benedice salendo sul palco”.
"Vedi che ce la fai anche tu" - esclamò soddisfatto.
“Ma allora la mafia a Ostia?”
"Per ora il prefetto si occupa degli zingari, dello sgombero del centro socio abitativo del Vittorio e dell’Idroscalo. Lì certo la mafia non c’è”.
“E cosa fa la sinistra”.
“Quale?”
“Beh… c’erano i Sel-leroni …”.
"Come al solito. Zampe sotto al tavolo, forchette pronte e occhi chiusi. Del resto se Tazzone ha fatto quello che ha fatto ...”.
“Ma alla riunione c’era pure Sbrodolo?”
“Nooooo…è a Moncalieri hanno scoperto che c’è la ‘ndrangheta e lui è stato eletto lì. Ma è storia vecchia” – aggiunse con l’aria di chi la sa lunga.
“E la premio pulitzer de noantri?”
“Trombata… e ormai non le si avvicina più nessuno. L’hanno sfruttata bene bene quelli del Partito Defunto. Ora non serve più. Va in giro a inventare storie. Palazzi crollati, rughe delle attrici. Ma essersi prestata a fare da megafono alle menzogne del Pd non è professionale. Ha attaccato i balneari e ora...voilà...la vendetta è servita! E poi, ogni volta che si è schierata, i suoi idoli sono caduti nella merda. Tazzone, SottoMarino, Sbrodolo, il pistolero del G8… le rimangono i personaggi del suo circo e i fake che continua a creare…”
“Ma è cavaliere del lavoro…” – dissi io.
“E tu ci credi? Non le sono bastate le minchiate nel municipio di Ostia …ancora continua”.
Mi lasciò così e pensai che aveva ragione ad essere stanco. Avevano rubato a piene mani. Trascinato un’intera città nel fango. Accusato onesti cittadini e imprenditori e adesso se la prendevano con gli ultimi della società civile.
Lo guardai andar via con la tristezza nel cuore. Ma sapevo che sarebbe tornato. Pronto a combattere come solo i pazzi sanno fare.  

giovedì 21 gennaio 2016

Postale, invenzioni e poco altro !


Un vento gelido sferzava Ostia. Trovai Nero Come dietro una colonna, sotto i portici dei piazza dei Ravennati. Per niente infreddolito, immobile con la pancia prominente che si muoveva al ritmo del respiro. "Ciao famoso scrittore di Ostia” – mi salutò.
“Presunto – risposi. Solo presunto. Almeno per i denigratori”.
“Non segui eh… si vede. Quelli del circo degli angeli ti hanno promosso a famoso scrittore”.
“Ah …adesso capisco l’impennata di vendite degli e-book. E’ la seconda volta che li devo ringraziare. Ogni volta che parlano di me, le vendite salgono. Dovrò suggerire a questi presunti amici di comprare pure il cartaceo. Ci guadagno molto di più…ma dimmi Nero, che fai nascosto dietro la colonna?”
“Mi vedevi?”
“Certo…”
“No perché da oggi la Asl mi ha dato la possibilità di scomparire dopo trenta minuti”.
“Cosa?”
“Succede pure su Facciabuk”
“Facebook…dai continua …”
“Sì…su Fb la Polizia ti assegna uno spazio per trenta minuti che poi scompare…”
“Lo guardai. Mi guardò. E scoppiammo a ridere di gusto.
“Le minchiate della solita?” - domandai.
“Certo – disse lui – e tutti i pecoroni che le credono. Ha cominciato con Tazzone, la migliore amministrazione mai vista, i mandati di catture per Spadone sulla scrivani a del procuratore che solo lei aveva visto e ora il raccolto che doveva arrivare in inverno, poi in primavera e ora in estate…”.
Ridemmo ancora fino alle lacrime…"E adesso uno spazio che scompare dopo trenta minuti ...e assegnato dalla polizia...come se non avessero altro daffare... il bello del Circo degli angeli” – disse infine. Ogni giorno, un trucco nuovo”.
“Dimmi Nero ma tu? Già di ritorno da Cuba? Ti credevo più abbronzato?”
Mi guardò e nei suoi occhi azzurri rividi quel lampo di commiserazione che si prova quando si parla con un deficiente: “Ma non sono mica andato”.
“Ma come – aggiunsi – ci eravamo lasciati…tu e il tuo sigaro…”.
Scosse il capo”: Lo sai, vero, che non possiamo lasciare il C.I.M ?”
“Ma…?”
“Sono andato con la fantasia. E il viaggio è stato lungo e piacevole”.
“Non capisco…”
“Sbatté le palpebre calate sugli occhi: ”Basta prendere il Renzilin e si viaggia che è una bellezza”.
“Renzilin?”
“Ma certo. È una pasticca che prende il nome dal suo inventore. Ti fa vedere tutto positivo. La nazione serena, le persone felici, l’economia che va e i disoccupati, felici che girano per le strade e trovano lavoro. E se non funziona puoi rafforzare la cura con l’Angel.in, una pasticca talmente piena di minchiate che ti basterà chiudere gli occhi per vedere persino quelli del Partito Defunto nella ragnatela dell’onestà e i Sel-leroni  pronti a denunciare i ladri che siedono in municipio”.
"Insomma una casa dei cittadini trasparente. Davvero il fantastico mondo circense, pieno di nani e (presunte) ballerine … quindi – aggiunsi – mi stai dicendo che non sei mai partito”.
“Di testa – continuò – sono anche rientrato. Ma con il fisico non mi sono mai allontanato”.
“Cose da pazzi”.
“E peggiorerà – aggiunse – perché ormai il Renzilin insieme alle siringhe per gli impotenti e le bugie dei giornalisti, sono le cure più amata dagli italiani…ma adesso andiamo…seguimi… non possiamo perdere tempo!”
“Dove mi trascini?”
“Ho appuntamento con un amico”.
“Un altro scappato dal CIM”.
“No. Lavora alla polizia postale”.
“Sicuro?” – chiesi dubbioso.
“Presunto…”
Cominciamo bene, pensai.
Aspettammo trenta minuti imboscati ( … presunti imboscati ) al bar della pineta con una tazza di thè bollente in mano. Non arrivò il poliziotto (presunto poliziotto) della Postale.
“Cosa ti doveva dire di tanto importante?”
Nero Come non esitò: “Hai presente Calamy Jeans…”
“Ma chi? Quella con i peli sotto le ascelle che le arrivano ai piedi?”
“Nooooo” – fece lui  - quelle è Mezzaostia, la figlia di Mandarina a rotelle”.
Non volli nemmeno chiedere il perché a quella bella ragazza, sguardo fiero e labbra pure, le fosse stato appioppato un tale soprannome… “Dai andiamo avanti…” – sospirai.
“Insomma…la padrona del circo. L’amica di Tazzone, quella che se la fa con Sbrodolo…”
“Sempre lei. Ho capito e allora?”
“La Polizia postale le ha messo sotto controllo il Pc perché ha sempre affermato che lei sapeva tutto. Se sapeva tutto perché non ha denunciato? ”
“Presume". – dissi io. 
"Certo. Ma come faceva a sapere le cose di Ostia che qui non l’ha mai vista nessuno. Al massimo leggeva il blog dei rompipalle di Labur e faceva gli articoli. E ora si vanta di essere stata chiamata alle audizioni della commissione antimafia…”
“Forse per nascondere la polvere sotto il tappeto" – replicai. 
Nero Come continuò – "L’unica relazione vera è stata quella presentata da quei rompipalle ... da lì è partito tutto!!! E ora in alto hanno cominciato a sentire puzza di merda….”
“E l’hanno scaricata e deve alzare il tiro. Per essere ancora in corsa… Sfrutta il lavoro degli altri e se lo rivende come suo. Ma tu come fai a sapere queste cose…”
Sorrise. “Ho amici che viaggiano. Cuba, Italia, semplici cittadini o gente che sta in alto alla Camera dei deputati. Ne vedo di tutti i colori…Rossi, Verdi e perfino Marroni”.
“E’ finita la mezz’ora” – aggiunse riprendendo a ridere. "Quindi sparisci? Come i fake su Fb?"
“Come le bufale. Sono gratuite e attecchiscono sempre. Il circo è questo …maschere e finzione”.
Mi piantò così. Senza altre parole, lasciandomi anche il conto da pagare al bar della pineta.