In giacca nera e papillon sembrava uscito da un film di gangster.
La pancia prominente, gli occhi azzurri e la pelata però lo
tradirono. Era sempre lui. Nero Come, il matto scappato dal CIM, sempre pronto
a distribuire perle di saggezza.
“Sono stanco – disse. Stanco delle scuse e delle bugie, delle
risposte evasive, della gente che si rifiutava di farsi avanti e di dire la
verità e di prendersi la responsabilità delle proprie azioni. Stiamo vivendo
in pieno il declino della civiltà occidentale”.
“La vedo dura oggi – e poi chiesi: Cosa ti è successo?”
Mi guardò con la solita aria di uno che guarda uno sprovveduto e
spesso, devo aggiungere, dopo le sue parole, mi sentivo esattamente uno caduto dal
cielo, per caso a Ostia.
“Guardati intorno – continuò - dilaga bianca-neve, sempre invitata
al teatro del Langue, dilaga il caos, la corruzione nel municipio, le
segretarie che gestiscono fondi pubblici, quelle che non si tagliano i peli del
pube e delle ascelle e che la danno a MezzaOstia stalker compresi, il disastro amministrativo,
il cambiamento ambientale, l’acqua che sommerge Ostia e delle pompe che
funzionano solo di notte mentre altre, più luride, funzionano a pieno regime,
della guerra alle associazioni, delle malattie mentali che travolgono certe
giornaliste che da giovani si tagliavano le braccia, della fame di uccelli mai
visti da certe donne che fanno carriera in municipio e nelle redazione. Cervi
che si rimirano allo specchio e non vedono le corna ma competono con
giornalisti seri, paralitiche trasformate in scimmie ammaestrate, l’italia Sinistra
in un decadimento sempre più accentuato e adesso pure le Locuste pentastellate
che vogliono accordarsi con il Partito Defunto per spartirsi la città eterna e…”
“Basta Nero. Ti prego…” – esclamai. Mi hai depresso abbastanza…ma perché
sei così abbigliato?”
Finalmente lo vidi sorridere.
“Riunione – esclamò. Ad alti livelli”.
“E ti hanno invitato?” Domandai sorpreso.
“Dai raccontami”.
“Al teatro Manfredi… Rutellone convocato dal sindacato dei
balneari”.
“E ti sei imbucato?”
“Invitato!!! – esclamò soddisfatto. E sai chi c’era?”
Feci no con la testa ma lui era già partito: “Il prefetto. Quello della
digos mandato da Roma”.
“E quindi? – domandai.
“Beh. Se fai due più due dovresti arrivarci pure tu. Però ti aiuto
io. I Balneari sono stati accusati di essere mafiosi e Rutellone si presenta a Ostia
e il prefetto sale sul palco”.
“Continua” - dissi.
“Quindi i balneari non possono essere mafiosi e chi li ha accusati
fino ad oggi ha detto tante cazzate. Quella della legalità era solo un’azione
orchestrata dal Partito defunto per rifarsi l’immagine di persone oneste. E da
Roma hanno deciso di colpire i balneari”.
“Ora è chiaro. I balneari chiamano Rutellone e il prefetto li
benedice salendo sul palco”.
"Vedi che ce la fai anche tu" - esclamò soddisfatto.
“Ma allora la mafia a Ostia?”
“Ma allora la mafia a Ostia?”
"Per ora il prefetto si occupa degli zingari, dello
sgombero del centro socio abitativo del Vittorio e dell’Idroscalo. Lì certo la
mafia non c’è”.
“E cosa fa la sinistra”.
“Quale?”
“Beh… c’erano i Sel-leroni …”.
"Come al solito. Zampe sotto al tavolo, forchette pronte e occhi chiusi. Del resto se Tazzone ha fatto quello che ha fatto ...”.
“Ma alla riunione c’era pure Sbrodolo?”
“Nooooo…è a Moncalieri hanno scoperto che c’è la ‘ndrangheta e lui
è stato eletto lì. Ma è storia vecchia” – aggiunse con l’aria di chi la sa
lunga.
“E la premio pulitzer de noantri?”
“Trombata… e ormai non le si avvicina più nessuno. L’hanno
sfruttata bene bene quelli del Partito Defunto. Ora non serve più. Va in giro a
inventare storie. Palazzi crollati, rughe delle attrici. Ma essersi prestata a fare da megafono alle menzogne del Pd
non è professionale. Ha attaccato i balneari e ora...voilà...la vendetta è servita! E poi, ogni volta che si è schierata, i suoi idoli sono
caduti nella merda. Tazzone, SottoMarino, Sbrodolo, il pistolero del G8… le
rimangono i personaggi del suo circo e i fake che continua a creare…”
“Ma è cavaliere del lavoro…” – dissi io.
“E tu ci credi? Non le sono bastate le minchiate nel municipio di Ostia …ancora continua”.
Mi lasciò così e pensai che aveva ragione ad essere stanco.
Avevano rubato a piene mani. Trascinato un’intera città nel fango. Accusato
onesti cittadini e imprenditori e adesso se la prendevano con gli ultimi della
società civile.
Lo guardai andar via con la tristezza nel cuore. Ma sapevo che
sarebbe tornato. Pronto a combattere come solo i pazzi sanno fare.