Nero Come

Nero Come

venerdì 25 settembre 2015

tana Liberatutti


Agite, fate qualcosa prima che la faccia io e scateni l'inferno. 
Guai a chi non gioca a tanaLiberatutti! Grossi guai.. 

Così disse il mio amico Manolesta.... veloce di parola un pò meno di pensiero parecchio fuori di testa! Ma giocare a tanaLiberatutti non è mai stato facile. Troppi personaggi Sinistri e in tanti attaccati alle poppe de donna. Soprattutto Push-up, l'associazione capeggiata dall'ubriacone chiamato Salsiccio argentino sempre alticcio! 

Ma adesso ho sonno... i tranquillanti che mi somministrano al CIM cominciano a fare effetto. Dormirò e sognerò di una spiaggia chiamata Castell-Beach, di giovani che volevano giocare a tanaLiberaTutti e di un mio coinquilino del CIM che prometteva di scatenare l'inferno !!!! Daje Manolesta... fu l'ultima cosa che riuscii a pensare.... raccontace de 'st'inferno o taci per sempre !!!!

giovedì 17 settembre 2015

Su!Sburra

Il disegnatore ha chiamato alle nove.
Per me, l'alba ! Ma la copertina è fantastica ed è stata come una pioggia dorata ...
Su!sburra è... una pioggia dorata ! 
E già i politichelli del municipio commissariato si chiedono a chi toccherà la prossima volta.
Oggi girerò per Ostia. Quella che mi appartiene e a cui appartengo. Niente lavoro. Solo amici.
E se avete segnalazioni, gossip, notizie di edicole e incendi finti, buche mai coperte, prostitute un tanto ad articolo, alberi mal tagliati ...beh, chiamate.... perchè io - Nero Come - non tarderò a far sentire la mia voce!!!

mercoledì 16 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - Ultima

Puntata nove – la Fine (con sollievo) - Penna nera continuava a raccontare e io – Nero Come - uomo di lotta e di bandiera (sempre biancoazzurra) faticavo a capire i suoi metodi. Per me è sempre stato difficile capire certi giochi. La palla o è entrata e allora è gol o non è entrata e allora si gioca. Che centrava apparire pelle e ossa davanti a un giornalista? E farlo fuggire per lo spettacolo improvviso e osceno di un corpo in decadimento? Avrebbe potuto creare nell’inconsapevole giornalista uno shock anafilattico un’idea di suicidio un tentativo di ingollare sedativi il rifiuto perenne della gnocca il ricorso alla via omosex dopo lo shock di un sì tanto schifo improvviso. Avrebbe potuto intraprendere la via francigena per arrivare a piedi all’ex Pò o cominciare a raccontare film osceni di una notte finita tra le lenzuola di una dattilografa pelle e ossa che ammaliava incauti uomini o avrebbe potuto attenderla per altri trent’anni come l’omerico attese la sua Troia … Mah!!! … a certi orrori bisogna essere pronti… e fu una fortuna che l’uomo fuggì senza sfiorarla…!!!
Lei comunque riprese e mi raccontò che si presentò nell’ufficio dell’asino divenuto Presidente e cominciò a incensarlo… “Scriverò di te e dirò che sei il migliore mai visto l’unico che lavora che combatte la mafia che pensa al bene di Ostia e dei suoi cittadini”. L’asino emozionato come mai prima affermò che era tutto vero e che un paio di idioti lo molestavano. “Li distruggerò io” - tuonò la dattilografa. “Devi però darmi le intercettazioni perché lì troverò i nomi giusti”. “Detto e fatto. L’asino abboccò e per festeggiare l’alleanza si recò in spiaggia dove in pompa magna liberò un piccione davanti al popolo Pdiota festante. Il piccione fu afferrato al volo da un gabbiano masticato e digerito e cagato in un batter baleno. Di questo il giornale dei ciechi Ripubblica non fece menzione. Da quel momento il bene del Partito Democristiano e di Ostia trionfò. “Ma tu lo sapevi che era un malandrino? “ – le chiesi. “Certo che lo sapevo” – mi rispose candida come una vergine – “ma mica potevo dirlo al mondo intero… era del Pdioti quelli che presto mi avrebbero portato alla camera”. Da letto – pensai ma non lo dissi e invece esclamai: “Ah beh … giustamente … gli obbiettivi, l’ingoio, etc…” “Certo certo” - e continuò raccontandomi che il gioco funzionò fino al giorno in cui all’asino Presidente furono messi i braccialetti elettronici per un telefonata a un certo Salvatò. “E come hai fatto per gli psicolabili del web che ti sbavano dietro?” “Mi affrettai a commentare che sapevo tutto che avevo previsto tutto che ogni cosa la avrei raccontata e con una semplice capriola e salto mortale affermai che faceva parte del piano. Così cambiai banderuola passando a una più allegra e mi accostai alla assessora moglie di un politico del Comune di Roma”. “Ah bene e cosa successe?” “Anche il suo nome comparve nelle intercettazioni mentre il marito andò in galera senza passare dal via”. “Azz …che sfiga !” “Allora cambiai di nuovo e cercai il titolare del Core Pazzo un locale autorizzato – dissero – a distribuire alcolici persino ai minori. E in seguito, dopo una festicciola con tutti gli alti papaveri del territorio il locale fu chiuso per ferie ad oltranza e il politichello provò a darsi fuoco… e ancora va in giro a maledire quel giorno”. Cominciai ad impressionarmi per le sciagure che seguivano i suoi spostamenti … nemmeno la Lazio del 74 … “Ma io non mi arresi e ora sono molto molto vicina all’assessore ai trasporti”. “Ah … il nano carogna di sicuro perché ha il cuore vicino al buco …”. “Noooooo … è bellissimo…” affermò infine civettuola. “Ma come mai lo chiamano Sgocciolo?” “Ohhh …sembra che perda le gocce mentre parla” … Rimasi sbigottito per questa forma di gossip. Ma si sa.. le dattilografe vivono di questo ! “Lui sì che mi porterà alla Camera. E già vedo una bella nottata in sua compagnia… tanto la moglie è così scialba, grassoccia e poco attraente …dicono in giro che suo padre non l’ha riconosciuta quando è nata … e poi è in Piemonte. Mica se la porta dietro!!! Sarà una notte da ricordare considerata la sua altezza fisica morale e culturale … speriamo solo che la metro non lo travolga…” Fu in quel momento che ebbi l’idea di…. Ma lasciai correre e chiesi: “E Manganello Delturco che fine ha fatto?” “O poverino … gli va proprio male la vita … pare che lo vogliano pensionare per una storia di magrebini …dicono che è sempre in pista ad inseguire gli arabi che vogliono scendere prima dall’aereo…” Non capii cosa stesse dicendo ma a quel punto ogni remora e ogni dubbio erano scomparsi. Avevo collocato nel punto esatto quella sensazione di fastidio che provavo. Con gesto rapido mi infilai le mani sui coglioni e cominciai a raspare. Sì signori miei! Avete presente quel rumore allegro che fanno le unghie sui coglioni? Quel rumore che solo gli uomini con le palle conoscono? Quel rumore con il quale si cerca di allontanare ogni malaugurato pensiero di sfighe e sventure? Ecco quel rumore era tanto più forte quanto era la mia paura di questo essere che ora volteggiava sulla mia vita. Un presagio oscuro che aveva iniziato ad aleggiare sulla mia testa… Così il rumore delle unghie sui coglioni aumentò di intensità come un rumore di parmigiano che si sfalda sulla grattugia. Intenso e doloroso ma portatore di un sollievo che allontanava da me sempre più il pensiero di una Penna davvero nera ... come la sfiga. Un suono, un dolore e un sollievo mai ascoltato prima che mi scorticò le palle molto più della mia odiata ex moglie! Finalmente capivo di cosa si trattava. Questa era un uccello del malaugurio. Era un re Mida al contrario. Ovunque si era appoggiata aveva lasciato una scia di merda. Senza troppo dare nell’occhio mi alzai e le dissi che non ero in grado di scrivere una biografia. Troppo impegnativa aggiunsi mentre cercavo una via di fuga. Lei allungò la mano per toccarmi ma con balzo felino da porcellino la mollai nel suo scranno e ai suoi sogni corroborati da pompini aziendalistici verso i sempre goderecci falli rossosbiaditi del Partito Democristiano. Io non avrei permesso che il mio favoloso manganel cortese finisse ( o sarebbe finito ...Boh )in un antro sì puzzolente. Mi ritrovai in strada. Con le mani sui coglioni. Continuai a correre e raspare … raspare… raspare! Fu in quel momento - difficile per ogni uomo - quando il pensiero e la mano lottano per una guerra che gli antichi padri chiamavano pugna e che essendo composta da solo cinque contro uno è di par suo piccola diventando di logica conseguenza pugnetta che vidi il cappetano della Riomma alzare la coppa Italia. Avevamo perso il derby? Un’altro (onore al nano assessore) incubo? “Nooooooooo gridai. Noooooooooo… Allontanati da me porti sfiga! Non ti voglio vedere più ... nemmeno in manette. Nemmeno iiiiinnnn ....”
Fu in quel momento dicevo - che sentii le mani delicate di Fontana Candida la dolce infermiera del CIM che mi scuotevano “…Nero…Nero dai…hai preso le pasticche stasera?”. Mi svegliai di colpo mentre la Candida dolce e tenera come un machete che affetta un cocco si apprestava a mollarmi una cinquina in pieno viso. La guardai amorevole e sudato nonostante il freddo: "Stai sognando...- disse - hai avuto un'incubo (Onore a Sgocciolo !!! )" “Ne ho avuti due. Due incubi che si sovrappongono non è possibile” “La Lazio ha vinto la coppa scemo!” – disse lei. Era vero. La Lazio aveva vinto la coppa. “E la dattilografa tutta camera e marito? E' da ieri che mi perseguita…?” “Ma di chi parli… ieri era domenica e non sei voluto uscire dal centro”. “Che sollievo!" – esclamai. La dattilografa non era mai esistita. Era stato solo un brutto sogno. Niente di più. Un’incubo (bacio le mani Sgocciolo!!!) ma le mani sui coglioni le lasciai a lungo perché certi uccellacci a Ostia prima o poi te li trovi di fronte per davvero anche se adesso so che basterà girarsi dall’altra parte per riprendere il sonno dei giusti!

martedì 15 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - otto

Puntata otto - La bionda esperta di battute e di lingue riprese dopo aver addentato due patate fritte e mi raccontò che la settimana successiva Deloayal attempato giornalista del Menzognero si presentò a casa sua. Il marito quella sera giocava a calcetto e i piccoli cervi erano stati parcheggiati in Ciociaria dal nonno meccanico. L’incontro con non ebbe esito sperato. L’uomo presentatosi alle 21 in punto le parlò di incroci pericolosi in municipio e in comune. L’ombra lunga del ricatto dell’omossessualità che partiva dal Campidoglio e arrivava fino a Ostia la corruzione la presenza di Biancaneve nel teatro. Insomma Ostia appariva come Sodoma e Gomorra. Ma lei – continuò a raccontare - non era interessata agli scandali e al momento del dolce gli parlò delle intercettazioni. “Ne hai una copia ?” Niente. Deloayal non si sbilanciò. “Me ne fornisci una copia”. Macchè. Il sinistro giornalista assunse l'espressione tipica da trincea ... impassibile come il fantasma del Louvre misteriosa come Arsenio Lupin del Litorale beata come il gobbo de Notre Dame beota come l'assessore al caos venuto dal Piemonte. Deloayal negò di averne. Eccheccazzo - esclamò Penna Nera che decise allora che era giunto il momento di ricorrere alle sue profonde conoscenze culturali. Andò in camera e tornò vestita solo di babydoll. Nero. Di pizzo. Scosciato che metteva in risalto le ossa meglio di una radiografia al Grassi. “Azz che spettacolo” – sussurrai mentre sempre più urgente era il ricorso a Federica mano amica – “e poi?” – le chiesi. "Gli sorrisi di quel sorriso ambiguo e lo sguardo tagliente di chi annusa la preda". Lo sguardo che annusa???? Ma con quel naso ha bisogno dello sguardo ???? Mah.... valle a capire 'ste dattilografe!!!. "Deloayal si alzò e se ne andò inorridito non prima di aver affermato che le ossa gli facevano male. Solo nei giorni seguenti seppi che non amava mescolare lavoro e piacere ... carne e corna... e io rimasta in mutande gli urlai appena chiusa la porta: Stronzo frocio impotente ...e quella sera pubblicai per ripicca la foto del cerv…scusami…del mio marituccio adorato in tutto il suo splendore di giovane ignaro! Era una foto bellissima. lui al mare in costume e quelle protuberanza sulla testa che tutto il mondo vedeva ... Ma avevo subito uno smacco! Un uomo si era rifiutato di possedermi mi aveva schifata. Non aveva capito che ero disposta a tutto pur di afferrare ogni cosa al volo ! Così decisa a non perdere quella partita andai in questura e lo denunciai per non aver commesso il fatto !" Ma come sarebbe? "E tutti mi hanno dato ragione ... persino il procuratore ... persino alla commissione antimafia ... ho visto io ...io ...io ... sul tavolo del procuratore le denunce che ha quest'uomo e domani lo arresteranno... " "Ma come è possibile???" "Zitto ciccione!" - disse la futura donna da Camera e dattilografa dell'anno che poi riprese "Il primo tentativo di coinvolgere un’animale (sì signori miei con l’apostrofo … omaggio all’ignorantissimo tappo di sughero piemontese) della jungla dell’informazione era andato a vuoto. Rimaneva l’altra bestia. Quella sì che avrebbe abboccato.

lunedì 14 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - sette

Puntata 7 - Il celere celerino, il manganello mazzolatore, il virgulto pensionando dal passato epico impegnato nelle piste dell’aeroporto le spiegò che il suo nome girava a mille ma aveva bisogno di un altro caso. Doveva nuovamente inventare di essere al centro delle attenzioni mafiose. Essere colpita in pieno per mostrare al mondo che la mafia a Ostia non perdona. “Cosa ti è successo di grave da poter denunciare? “ “Niente. Niente di grave”. “Sforzati. Inventa”. “Non so… sono rimasta chiusa nei cessi di uno stabilimento per due ore e quando finalmente hanno aperto ho visto un pittore e un falegname che ridevano”. “Bene – disse il celerino - quando è successo ?” “Sei mesi fa….” “Perfetto … vai alla Polizia e denuncia che ti hanno sequestrato… Inventa che c’era un politico dell’opposizione…" “Uno del Pd …?” “No del Pd… quando mai il Pd ha fatto opposizione?” “Va bene …invento una storia e metto in mezzo uno dell’opposizione”. “Sì qualcuno di Fratelli…” “Ce l’ho…due fratelli… la polizia in quei giorni li colloca proprio lì all’Orsa Minchiona in quello stabilimento dove sono rimasta intrappolata”. “Bene. Disse Manganello Delturco. Comincia a scrivere che sei stata sequestrata e che uno dei falegnami era…” “Era un pittore…” “Va bene, cazzo, fai come ti pare basta che li denunci”. “E’ successo più di tre mesi fa ... ma tanto chi controlla le minchiate che scrivo... o no?”. “Ma il pittore davvero ti ha chiusa dentro?” “Ma noooooo … Manganello ma che dici? Era lì per una cabina. Ma se dobbiamo mettere a tacere l’opposizione questo è il caso che fa per noi. E se era innocente peggio per lui che si è fatto beccare. Eppoi, sono una donna con la scorta che combatte la mafia e sto dalla parte dei buoni e si sa come vivono quelle con la scorta e cosa sono costrette a mandare giù…” “A proposito… questa sera?” “No mio bel Manganello. Questa sera niente …” rispose la dattilografa. “E’ il turno di mio marito”. “Mi metti le corna con tuo marito? Comunque va bene. Una scopata matrimoniale ogni tanto ci vuole. Intanto l’opposizione l’abbiamo sistemata…” “Domani ti farò avere le intercettazioni. Ma sono top secret. Devi trovare qualche pollo che si espone al posto tuo”. “Ne conosco uno molto sensibile”. “Brava. Sai come muoverti in certe situazioni”.

domenica 13 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - la storia vera di Penna Nera - sei

Puntata 6 - Dopo un racconto del genere, capirete, lettori cari, che ebbi bisogno del bagno. Spostai la mia mole e corsi via. Non solo gli uomini di un certo peso capiscono il sollievo che si prova nel pisciare con la vescica piena e la testa pure. Quando tornai sollevato - si fa per dire - la dattilografa senza labbra e senza scrupoli continuò il suo racconto affermando che il passo successivo era stato quello di dotarsi di megafoni nel web. Così si era circondata di amici dalla psiche facilmente gestibile. Annotò le menti più labili e inviò loro richieste di amicizia e di urgente aiuto per combattere la mala che agitava le sue notti. Inviò foto scioccanti di lei al mare in due pezzi simili a un trans. Colgo l’occasione per chiedere scusa ai trans per il paragone offensivo non del sottoscritto ma di chi l’ha realmente vista in due pezzi e cioè il mio amico di Brodo e Lettura. Quel giorno la transdattilografa appariva con il cervo al suo fianco e i cerbiatti che sguazzavano nell’acqua. Le foto in realtà erano un museo degli orrori e mi pentii di aver tradito la mia amata Lazio giacché a quell’ora vi era un programma in tv dal titolo Gol e Mignotte per ascoltare una storia di pompini che non avrebbe portato da nessuna parte anche se considerai alla fine in questa storia mancarono solo i gol…niente altro…ma andiamo avanti !!!! Tra gli amici spiccò un certo Pat Jei Matti che le inviava pizzini d’amore (anche se poi si scoprì che la bionda dattilografa era come al solito arrivata seconda essendo i pizzini stati già usati per una certa Janis portoghese di Montreal). Un mezzo tossico conosciuto ad Acilia come l’Orlando Dormiente che vendeva i suoi articoli sui trans della pineta che a suo dire conosceva uno per uno. E soprattutto la Zozzi, un simil scaldabagno che amava apparire nelle foto con le tette talmente sbrindellate da arrivare alle rotule giustificando il detto popolare “Me fai uscì il latte dai ginocchi” e che occhi a cuoricino le inviava messaggi d’amore incondizionati dimostrando una passione malcelata per le fanciulle avvezze ai tagli di braccia in tenera età come era stata Penna Nera al tempo della scuola. Lo zoo era completato da Leccidio, un vecchio meccanico di Gocar e dal marito che appariva e scompariva con il suo carico di ramificazioni viste dal mondo intero tranne che come sempre succede dal diretto interessato convinto delle virtù angeliche della moglie e delle sue capacità linguistiche e culturali senza fine. “Il resto degli amici Feisbucchini in realtà li ho acquistati” – affermò con candore. La mia interlocutrice non finiva di stupire … “Acquistati?” – chiesi meravigliato. “Sì certo. Con 330 euro si comprano 10.000 Like…e come pensi che ho fatto ad avere tutti questi amici? Pensi davvero che sono così famosa? Non vedi che scrivono sempre gli stessi… al massimo ci sono i fake”. “Anche i fake?” “Certo…un lungo elenco…ecco guarda bene…l’ultimo si chiama Corbelli… ma in realtà è una povera sfigata che passa il tempo a parlare di cacche pannolini e vomitini”. La mia amica dattilografa non finiva di sorprendermi. Sesso, Soldi e Carriera. Come non crederle????? Riprese il racconto e le sorprese non finirono lì…ordinai un’altra birra…presto sarei corso al bagno per pisciare di nuovo. Il resto me lo lasciavo quando avrei (o avessi? …boh …allo stadio non mi chiedono mai i tempi dei verbi… ma solo quanto manca alla fine del primo o del secondo) raggiunto le lenzuola…

sabato 12 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - cinque

Puntata 5 - "Era il coglione numero uno del municipio - mi disse Penna Nera - non è un caso se hanno sciolto solo questo municipio per mafia. L’onorevole Presidente del Municipio attenzionato Nonpisciodalginocchio era stato messo lì apposta...Coglione dall’inizio alla fine”. riprese il racconto... "Che vuole questo coglione" – esclamò Penna Nera che rispose al telefono investendo il malcapitato con una serie di insulti, mentre dimenava furiosamente il bacino. Manganello Delturco si rese conto di non poter aspettare ancora a lungo. Approfittò della telefona di affari e la sodomizzò entrando in lei con un'esasperante lentezza. Penna Nera ansimava e urlava… sì la scorta… la scorta… domani avrò la scorta e tu …tu…tu…. Io sìììììì Dattilografa dell’anno … no dell’ano coglione …dell’anno …. Sì… avrò la scorta … Sì che mi violentano … mi violentanoooooooooo. Le urla arrivarono fino al Pontile e narra la Storia che Brodo e Lettura fu chiuso per le urla sconce che furono attribuite all’ignaro gestore che siamo sicuri riceverà pagati dai cittadini fior di denari per il disturbo e per essere stato scambiato per un puttaniere cosa in realtà vera ma che nessuno ha ancora dimostrato!!!!! L’asincheraglia presidente incapace di volere e soprattutto di intendere dopo aver ascoltato parole tipo ano donna violenza pensò bene di chiedere aiuto e sollevato il telefono chiamò il suo mentore e padrino: “Salvatò c’ho un problema”. Era una frase che apriva mondi nuovi, terre sconosciute, di mezzo, di sopra e di sotto… un baratro insomma. “E’ una vacca?” – si sentì chiedere. “Sì…sì… e delle migliori !” “Ci penso io. Ci vediamo al solito bar e la mungiamo”. L’asino eletto presidente come sempre fece finta di capire e se ne andò a dormire soddisfatto sognando di mucche di onori e di televisioni che lo avrebbero intervistato da lì a pochi giorni. Mattarello Delturco – scusate ma sono poco avvezzo a trattar di minchie e lingue che non sia l’italiano …. Manganello Delturco – dicevo – al contrario dell’asino eletto presidente cosciente di intendere e di volere afferrò la bionda dattilografa poggiandole una mano sull'osso delle chiappe e l'altra sul seno la cavalcò per alcuni minuti prima di esplodere dentro di lei. Infine si lasciarono cadere uno sull'altra ansanti travolti da uno stordimento che riuscì per poco ad allontanare il pensiero del lavoro. La scorta le era stata assegnata. Il merito era stato guadagnato sul campo! Per non farla urlare in quel modo affermò in seguito il colonnello dell’arma in accordo con il direttore del giornale che fiutando l’affare di avere eroina di cartone in casa si offrì di pagare il servizio! (di scorta… maliziosi!!! )

venerdì 11 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - Quattro

Puntata 4 - Manganello Delturco la chiamò al giornale finanziato dai rossocrociati e i del quale giornalisti si proclamavano liberi pippando illusioni di indipendenza solo intravista in mondi lontani la dove certi passacarte non sono mai arrivati (dal diario di bordo del capitano Kirk) Ecco come mi sentivo. Come uno sull’Enterprises come Harrison Ford in Blade Runner … stavo vedendo cose che voi astemi … “Novità in arrivo” - disse Manganello Delturco. “Bene” - disse lei. “Ma il prezzo è più alto”. “Tanto paga il giornale finanziato dai rossocrociati”. “No no” - rispose manganello. “Il prezzo dei tuoi servizi”. “Pagherò”. “Ci vediamo questa sera al Pon Ping l’albergo sul lungomare”. “Va bene. Spero che ne valga la pena”. “La vuoi la scorta?” “Certo”. “E allora preparati. Io ho il viagra a quintali!” La scorta arrivò e l’orgasmo pure. L’orgasmo del potere che già prendeva alle gambe l’indomita e incontentabile Penna Nera dattilografa senza scrupoli dipendente del giornaletto nazionale. Entrambi avevano capito che il miglior modo per fare carriera era unire le forze. Manganello Delturco terminò di spogliarsi e cominciò a strusciarsi mordendole il seno, strappandole un'invocazione di piacere. “Sarai il mio cane poliziotto. Fai bau che mi ecciti”. “Ti prego” - sussurrò lei mordicchiandolo sullo scroto – “prendimi, legami, portami al guinzaglio” implorò salendo a quattro zampe sul letto. Con i pantaloni a metà sulle cosce le calze nere che fasciavano le lunghe gambe lasciando scoperta solo una sottile striscia di pelle era irresistibile. “Fammi male trattami come la tua prigioniera!” Manganello Delturco da sempre avvezzo a trattare con un certo tipo di donna temette come in un’incubo (onore al nano) un matrimonio riparatore e esclamò: “Mica sono tuo marito!” Fu in quel momento che la bionda divenne rossa per la rabbia. Sollevò le chiappe in realtà dovrei dire le ossa e iniziò a strapparsi le mutandine di pizzo nero. Sudata e in una posizione volutamente provocante si torceva mostrando la peluria stile anni settanta modello Cita nella foresta che tanto arrapava l’anziano abituato alle nere dell’aeroporto. Delturco l'afferrò per le anche premendo con le sue cosce per costringerla ad aprirsi completamente. Nel momento in cui aveva poggiato il manganello nel pertugio che conduce al paradiso, squillò il cellulare. “Solo un coglione può chiamare a quest’ora” – sbraitò Penna Nera. Sul monitor si accese l’immagine dell’asincheraglia. Indovinate – signori miei – chi era ?????? La risposta è semplice…. Quanti asincheraglia conoscete????

giovedì 10 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - la storia vera di Penna Nera - tre

Puntata 3 - La prima occasione per inventare di sana pianta si presentò una sera che due guappi si scazzottarono dalle parti di Ostia Nuova. Apparirono i coltelli urla per le strade sgommate minacce reciproche. Il mattino seguente mentre i due guappi giocavano a carte e si facevano i selfie, lo scoop era pronto: colpi di pistola nella notte. Dattilografa di Ostia denuncia la mafia. Ho visto tutto. Ho denunciato tutto. Ho capito tutto. Hanno minacciato me mio marito (Finalmente il marito serve a qualcosa – pensai) i miei figli e mio padre! Aiuto! Faranno un eccidio! Voci ciociare di sicura attendibilità narrano che il cronista del giornale nazionale per ciechi rossocrociati in un momento di miserrima confusione abbia confuso la parola eccidio con il nome del padre e che alla fine lo abbia collegato a un’evento (onore all’assessore) tetro sì tanta era la sua triste vita così che il poveretto passò alla leggenda senza passare per la storia con il nome di L’eccidio. Se è vero che pater incertum est in questo caso dobbiamo dubitare della norma che fattasi eccezione conferma la regola. Troppo idioti e vanesi per avere il Dna differente. Ma non divaghiamo ! Il coro unanime si levò dal mondo del giornalismo delle terre di sotto cioè di quel mondo che sotto le scrivanie sbocchinano i potenti per un posto nel mondo di sopra. Ne è pieno il giornalismo nostrano tanto che anche un Travagliato libro dal titolo Slurp ne ripercorre i segni seguendo la bava. Il botto fu talmente fragoroso che persino gli struzzi del Partito rossocrociato (Orfani di Berlinguer e soprattutto delle sue idee sulla legalità ) alzarono la testa fiutando l’affare. Ostia era sgomenta. Da ogni parte arrivarono incitamenti a resistere a non mollare a far sì che la verità uscisse fuori come era uscito fuori il manganello del commissario. La città si rifiutava di ingoiare la verità senza prima aver innalzato a eroina la donna. Le foto del pantera furono affisse in ogni angolo della lidense città. “E’ sotto casa mia tutte le notti – gridò la dattilografa…ecco le foto della sua permanenza!!!” In effetti le foto riportavano l’immagine di un bestione seduto pacificamente davanti al camino (di casa sua … come si seppe in seguito) Ma la verità scottava come le braci accese in pieno giorno dai mafiosi per bruciare la droga all’arrivo della pula. La notizia di sicura fonte fu pronunciata dall’eroina dei due mondi e lasciò increduli tanto le forze dell’ordine quanto er Pantera che mai si sarebbe sognato A) di andare sotto casa dell’eroina. B) di bruciare l’eroina. Fu soprattutto questa notizia che mise in subbuglio la cittadina... Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero i benpensanti. Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero i tossici. Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero gli spacciatori. Voglio bruciare l’eroina? Chiesero le forze dell’ordine. Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero i boss degli stupefacenti. L’unica notizia certa in questo caos di cazzate messe in giro ad arte dalla dattilografa fu che Er Pantera seduto a casa sua ancora ride per la notorietà che lo elevò a eccelso divo tanto da arrivare a pensare di presentarsi alle elezioni di minisindaco chè se era stato eletto un’asino (come l’assessore…scrive) anche lui avrebbe avuto un futuro da politico! Ma per tornare alla storia … Che dunque er Pantera fosse sotto casa della intrepida dattilografa ebbi seri dubbi …ma rimasi in silenzio !!! Lei continuò: “Adesso era il momento di chiedere la scorta”. Sarebbe stato il suggello a una strada tutta in discesa e già all’orizzonte si intravedevano gli scranni del Parlamento. Penna Nera mi guardò soddisfatta mentre un’amara considerazione uscì dalla mia seppur limitata materia grigia: era bastato un piano scellerato e un lavoro di bocca fatto ad arte in una smart parcheggiata sul lungomuro per diventare un’eroina antimafia? In che cazzo di mondo viviamo! Peggio del cappettano della Riomma elevato a mito senza aver vinto un cazzo!!!!

mercoledì 9 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - la storia vera di Penna Nera - due

Puntata 2 - Io Nero Come uomo di curva - sempre Nord sia ben chiaro – facevo fatica a capire perché questa donna raccontasse a me le sue capriole linguistiche. Era il suo storico è vero ma non capii e lei riprese a parlare e dopo aver ingoiato il liquido biondo … (la birra … non siate maliziosi!) Mi spiegò in poche parole quello che era il piano. Voleva una scorta pagata dallo Stato per apparire come l’eroina che combatteva i cattivi e bruti del territorio. “Cosa intendi per bruti?” Il sorriso angelico si stampò sul suo volto : “Tutti quelli che si oppongono al mio pensiero ciccione mio”. Zoccolona che batti sui tasti – pensai in tono affettuoso - ma rimasi silente e lei riprese: “Poi conosciuta al mondo intero scalerò la montagna per arrivare a uno scranno della Camera dei Deputati. Quando mi metto in testa una cosa - mi disse – arrivo sempre al bersaglio anche se si tratta di ingoiare…” “Piano piano – la interruppi - non corriamo con queste similitudini. Brindiamo alla nostra collaborazione… !” Le avrei voluto chiedere cosa ne pensasse suo marito ma era ancora presto per le confidenze e la lasciai parlare. Mi spiegò che il piano era stato concordato con il pensionando e godereccio commissario. Lui le avrebbe passato i verbali e lei li avrebbe lavorati per farne scoop da vendere al mondo. Non bisognava scendere in strada, indagare, chiedere… “Macchè quello era un esercizio per pivelli, cazzarellate di chi fa una vita aMara. Basta solo leggere i verbali della Polizia e trasformarli in pepate interviste”. Invenzioni che il mondo avrebbe letto e assorbito come un liquido che scende nelle vene e nella gola. “Aaaaaa … ci risiamo con il liquido in gola …” “… In fondo – aggiunse – che cos’è oggi l’informazione in Italia?" “Che cos’è?" - chiesi io pensando al sorteggio degli arbitri per il derby. “Invenzione… fantasia e… poche vere informazioni!"

martedì 8 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna nera - Uno

Puntata uno - Manganello Delturco era uno che non perdeva tempo. Lo distribuiva in ogni dove. Alle negre in attesa di passaporto nelle celle dell’aeroporto alle bianche in attesa di cocco sequestrato ai poveri diavoli nelle strade alle puttane dell’est che fermava e alle quali portava i profilattici perché si sa i loro papponi contano i preservativi e se ne manca uno sono botte! Ma non divaghiamo che sennò a forza di parlare di puttane mi confondo che a ben vedere anche le redazioni e i partiti ne sono pieni! Dunque i due si erano incontrati in una fredda notte di gocce e parole. Penna Nera non aveva voglia di perdere tempo desiderosa di cavalcare una storia che la avrebbe portata alla ribalta delle cronache nazionali. Aveva adocchiato la possibilità di scalare la vetta per arrivare in Parlamento luogo che secondo lei si addiceva alle sue attitudini. Ancora non lo sapevo ma mi ritrovai a pensare più volte che aveva ( o che avesse? boh ) perfettamente ragione !!!! Lei però aveva bisogno di informazioni. E così il giorno prima lo aveva chiamato. Manganello Delturco vecchia conoscenza del commissariato di pubblica sicurezza prossimo alla pensione vicino al mondo del calcio non distante ai soldi che girano in libertà compagno di merende della banda Ben Hur (nome che evoca in città mitiche scorribande nel porto delle nebbie) non aveva esitato. I due adesso erano fermi nella Smart da più di mezz’ora e le domande di lei sembravano girare a vuoto. Finché il commissario aveva avanzato la sua proposta: “Penna Nera, non hai scelta. In fondo è uno scambio che conviene a tutti e due”. Lei gli aveva rivolto uno sguardo di intesa passando a un tono più colloquiale: “Sarà un accordo alla pari”. “E’ una scorciatoia per arrivare alla meta prima degli altri”. Le dita di Delturco avevano sfiorato il seno per infilarsi poi sotto la camicetta. Penna Nera si era fatta più vicina: “Lo capisco subito quando un uomo è disponibile. Accetto lo scambio”. Poi senza aggiungere altro si era chinata e aveva iniziato a baciarlo con delicatezza tra le gambe dove con sapienza tutta maschile il famoso fratello con un solo occhio di nome Polifemo era fuoriuscito dalla patta dei pantaloni dell’abile Manganello tutore dell’ordine. Lei con la padronanza linguistica che appartiene a certe categorie lavorative aveva alternato piccoli colpi di lingua a esplorazioni più profonde. Finché lo aveva sentito irrigidirsi. Un lamento lungo e strozzato come un suono di sirena nella notte aveva messo la parola fine alla prima parte dell’accordo. Ora toccava a lui. Manganello Delturco scese dalla Smart sistemandosi i pantaloni: “Sai regalare emozioni intense” – disse rivolto a suo fratello da un solo occhio. “Grazie” - rispose lei emozionata trasfigurandosi in Polifemo con naturale equiparazione a una testa di minchia. Manganello aggiunse soddisfatto come sanno essere gli uomini di potere: ”Domani avrai l’informazione. Si diresse verso l’automobile di servizio dove un giovane attendente lo aspettava annoiato. “Portami a casa. Per stasera il manganello può dormire in pace”. Il giovane compiaciuto sorrise. Mise in moto e l’Alfa sparì nel buio mentre l’uomo considerò che la dattilografa ci sapeva fare. Batteva da paura là dove il glande duole, con la tastiera e soprattutto con la lingua. E lo scambio dava reciproca soddisfazione. Lei aprì lo sportello e si avviò verso la sua automobile, pulendosi la bocca con un fazzoletto di carta. Sputò in terra come sempre usano certe donne di classe superior e tutti gli optional e si guardò intorno. Nessun testimone. O forse sì. Il gestore del Castell-beach. Un certo Fabrizio Bucìa. Credibilità zero. Tutto a posto dunque per un’operazione che era durata pochi minuti. Manganello Delturco era arrivato già eccitato e non aveva tardato a godere. Si era svuotato come al solito muovendo le gambe come se avessero ricevuto scariche elettriche e gemendo come fanno gli uomini. Incontri veloci movimenti conosciuti scambi convenienti nella notte lidense. Lui avrebbe letto il proprio nome sul famoso quotidiano nazionale per ciechi e lei avrebbe ottenuto una informazione preziosa per le sue indagini sulla mala di Ostia e sui traffici invisibili al grande pubblico. Soddisfazione massima per entrambi al prezzo di un pompino. L’accordo era stato sigillato. Non proprio con il sangue ma con ben altro liquido umano. “Ma l’importante – mi confidò infine Penna Nera - è la soddisfazione reciproca. E il pensionando uomo d’ordine, in fondo, si accontentava di poco”.

lunedì 7 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - zero

Con le mani sui coglioni! N.B: essendo un racconto raccontato non ci sono virgole e punti e virgola… li trovate tutti in fondo al racconto (come disse un maestro dell’italico cinema) Puntata zero - La incontrai una sera nell’unico stabilimento in regola di tutto il litorale italiano da Ventimiglia a …. Tripoli…! Era una di quelle sere che soffiava un vento di grecale. Il Tiggi aveva dato la notizia per la centesima volta. Gruppi di arabi, scesi dall’aereo, correvano in pista che nemmeno alle olimpiadi se ne vedevano inseguiti dalle forze del dis-ordine che nemmeno al cinodromo…! Quella sera io Nero Come panzone di 130 chili alloggiato al CIM e tifoso della Lazio ero stato invitato a una riunione tra idioti che pensano che il mondo può essere curato dalle pustole della corruzione. C’era un politico di centrosinistradestronso convinto che fa godere più una minchia che mille buone idee e che appoggia il gonfalon selvaggio su ogni tipo di bocca a rulli. Una tizia che studiava il modo di edificare le fogne nelle città e che affermava che esisteva un albo di urbantombaroli e di essersi laureata in cloacologia a Amsterdam. Un ingegnere che asseriva di essere uno studioso dei movimenti mafiosi in Piemonte fin dalle creazione della lega Nerd. Aggregati a questa compagnia di illusi vi era un presunto scrittore di Ostia non meglio identificato e il sottoscritto che, con i miei 130 chili ero stato insaccato a capotavola. Seguivo la discussione pensando in verità alla mia amata Lazio che giocava quella sera stessa. Lei con il marito al fianco parlava di come era difficile la sua professione piena di cornuti e di come nel mondo del giornalismo esistano gli arrivisti decisi a ingoiare tutto. Vorrei far notare all’ignoro lettore quanto sia abusata la parola Ingoiare nella vita di oggigiorno. E quante siano le persone disposte a ingoiare. La italica vita è un vortice di bocche che mannano giù senza ritegno e di peggio esiste solo la romana vita che per quanto piccola e misera dovrebbe essere appellata romina - e non dunque romana - e che in fatto di ingoiare ne sa una più del diavolo!!!! Ma lasciamo la vita piccola della città e torniamo alla dattilografa. Perché è la sua storia che ci porterà a capire il perché del titolo. Quando mi rivolse la parola le dissi che amavo le biografie. Quello che non dissi era che avevo letto quelle di Giorgio Chinaglia Tommaso Maestrelli il Duce e Italo Balbo. Avevo anche letto quella del Vate ma avevo in realtà capito poco e niente se non il fatto che si era fatto togliere due costole. Il tempo cambiò radicalmente in un momento e si trasformò in una di quelle sere che rende il litorale più tetro di quello che è. Sì perché – cari lettori - Ostia è diventata un luogo spettrale anche d’estate grazie alle invenzioni di un pistolero cardiopatico e di un politico mafioso proveniente dal profondo nord terra di ‘ndrangheta che non distingue il treno Roma Ostia dalla via del Mare. Ma veniamo al dunque… Quando il raduno di reduci della new age si sciolse lei mi sussurrò. “Ci possiamo incontrare io e te domani?” I miei 130 chili ebbero un sussulto di orgoglio…vorrà parlare della Lazio – pensai. “Mi hai detto che scrivi biografie…” Avrei dovuto rispondere che le leggo ma non ebbi il coraggio… “Ti volevo chiedere se fossi disposto a trascrivere la mia storia…” “Ehhhhh… Come no… Non vedo l’ora!” “La mia è una storia vera”. “Perché scusa, io scrivo cazzate????” Le scrivo e le dico – pensai - ma ormai il danno era fatto e fui eletto storiografo ufficiale della bionda dattilografa di Ostia. Un’onore – come ebbe a scrivere l’ignorante assessore al traffico di Roma che è come tutti sanno l’unico problema della città eterna e che dunque necessita di vigili urbani e non di un cialtrone con un c.v. pari a zero proveniente dal profondo nord sabaudo favorevole alla Tav amico della nipote del duce e soprattutto semianalfabeta… ma è del Partito Democristiano cosa questa da tenere sempre all’occhio in questi tempi di inculate. Comunque sia … La sera dopo ci incontrammo in un pub. Si mise seduta di fronte a me. Ordinò una birra e disse: “La mia è una vita dura… durissima… e se bisogna passare sopra ai propri principi, lo faccio…” Ma che dice questa? Mi chiesi. E’ come se mi dicessero di andare allo stadio a tifare la Juve perché gioca contro la Roma…ma in che mondo di merda vive? Gobbi e cugini fanno schifo e basta!!! Lei sorrise. Di quei sorrisi angelici che cercano di sortire nell’ascoltatore una pietas che io mai avevo posseduto e la cosa mi insospettì. La osservai. Bionda capelli lunghi viso angelico forse un po’ troppo squadrato naso prominente e la bocca – e in seguito capii perché - troppo larga. Forse era l’assenza di labbra forse il sorriso forzato. Indossava gli stivali dentro i jeans e quello che colpì la mia attenzione furono i Ray-ban infilati nei capelli. Di sera? Ma chi si crede di essere starskyehach? Mi trovai a riflettere sul fatto che aveva nel suo modo di fare una nota stonata. Come quando al primo minuto di una partita buttano fuori il portiere e ti assegnano un rigore contro … andrà male tutto. Di sicuro. Ma lei senza che io la invitassi iniziò a raccontare le sue verità. Mi chiamano Penna Nera perché … beh lo capirai alla fine il motivo … !

sabato 5 settembre 2015

Cinque giullari all'opera

Allora.... Amici cari...in men che non si dica abbiamo raggiunto la cifra! Cinque scrittori (quattro donne un uomo) hanno ricevuto il testo dal Titolo: "Con le mani sui coglioni". Sono indeciso se aggiungere un sottotitolo ...qualcosa che coinvolga Ostia ...che ne pensate? Suggerimenti ? Ci penserò su in questo fine settimana. Intanto rimanete in attesa... i giullari si sono messi all'opera e presto verrà colpito un altro pezzo della scacchiera del Potere!!!

mercoledì 2 settembre 2015

Con le mani sui coglioni

Carissimi fans, arrapati, guardoni, e schifosi segaioli ... come vi avevo anticipato ieri, sto cercando cinque maniaci disposti a scrivere una storia della quale ho tracciato le linee principali essendone stato io stesso testimone. Ne chiedevo ieri cinque. Due hanno già inviato il proprio curriculum e sono due donne....! Rimangono tre posti disponibili. Il regolamento è il seguente: Ogni scrittore avrà a disposizione il testo per un giorno intero. Da mezzanotte alla mezzanotte successiva e potrà scrivere tutte le verità che gli verranno in mente modificando dunque il testo dei colleghi. La storia è ambientata a Ostia e si intitola..."Con le mani sui coglioni". Restano tre posti. Daje!!!! (no ! daje è meglio di no perchè è lo slogan del sindaco dimezzato ...Marì). Insomma... Fatevi sotto (le scrivanie ...perché di questo si parla!!!!)