Nero Come

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giovedì 10 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - la storia vera di Penna Nera - tre

Puntata 3 - La prima occasione per inventare di sana pianta si presentò una sera che due guappi si scazzottarono dalle parti di Ostia Nuova. Apparirono i coltelli urla per le strade sgommate minacce reciproche. Il mattino seguente mentre i due guappi giocavano a carte e si facevano i selfie, lo scoop era pronto: colpi di pistola nella notte. Dattilografa di Ostia denuncia la mafia. Ho visto tutto. Ho denunciato tutto. Ho capito tutto. Hanno minacciato me mio marito (Finalmente il marito serve a qualcosa – pensai) i miei figli e mio padre! Aiuto! Faranno un eccidio! Voci ciociare di sicura attendibilità narrano che il cronista del giornale nazionale per ciechi rossocrociati in un momento di miserrima confusione abbia confuso la parola eccidio con il nome del padre e che alla fine lo abbia collegato a un’evento (onore all’assessore) tetro sì tanta era la sua triste vita così che il poveretto passò alla leggenda senza passare per la storia con il nome di L’eccidio. Se è vero che pater incertum est in questo caso dobbiamo dubitare della norma che fattasi eccezione conferma la regola. Troppo idioti e vanesi per avere il Dna differente. Ma non divaghiamo ! Il coro unanime si levò dal mondo del giornalismo delle terre di sotto cioè di quel mondo che sotto le scrivanie sbocchinano i potenti per un posto nel mondo di sopra. Ne è pieno il giornalismo nostrano tanto che anche un Travagliato libro dal titolo Slurp ne ripercorre i segni seguendo la bava. Il botto fu talmente fragoroso che persino gli struzzi del Partito rossocrociato (Orfani di Berlinguer e soprattutto delle sue idee sulla legalità ) alzarono la testa fiutando l’affare. Ostia era sgomenta. Da ogni parte arrivarono incitamenti a resistere a non mollare a far sì che la verità uscisse fuori come era uscito fuori il manganello del commissario. La città si rifiutava di ingoiare la verità senza prima aver innalzato a eroina la donna. Le foto del pantera furono affisse in ogni angolo della lidense città. “E’ sotto casa mia tutte le notti – gridò la dattilografa…ecco le foto della sua permanenza!!!” In effetti le foto riportavano l’immagine di un bestione seduto pacificamente davanti al camino (di casa sua … come si seppe in seguito) Ma la verità scottava come le braci accese in pieno giorno dai mafiosi per bruciare la droga all’arrivo della pula. La notizia di sicura fonte fu pronunciata dall’eroina dei due mondi e lasciò increduli tanto le forze dell’ordine quanto er Pantera che mai si sarebbe sognato A) di andare sotto casa dell’eroina. B) di bruciare l’eroina. Fu soprattutto questa notizia che mise in subbuglio la cittadina... Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero i benpensanti. Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero i tossici. Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero gli spacciatori. Voglio bruciare l’eroina? Chiesero le forze dell’ordine. Vogliono bruciare l’eroina? Chiesero i boss degli stupefacenti. L’unica notizia certa in questo caos di cazzate messe in giro ad arte dalla dattilografa fu che Er Pantera seduto a casa sua ancora ride per la notorietà che lo elevò a eccelso divo tanto da arrivare a pensare di presentarsi alle elezioni di minisindaco chè se era stato eletto un’asino (come l’assessore…scrive) anche lui avrebbe avuto un futuro da politico! Ma per tornare alla storia … Che dunque er Pantera fosse sotto casa della intrepida dattilografa ebbi seri dubbi …ma rimasi in silenzio !!! Lei continuò: “Adesso era il momento di chiedere la scorta”. Sarebbe stato il suggello a una strada tutta in discesa e già all’orizzonte si intravedevano gli scranni del Parlamento. Penna Nera mi guardò soddisfatta mentre un’amara considerazione uscì dalla mia seppur limitata materia grigia: era bastato un piano scellerato e un lavoro di bocca fatto ad arte in una smart parcheggiata sul lungomuro per diventare un’eroina antimafia? In che cazzo di mondo viviamo! Peggio del cappettano della Riomma elevato a mito senza aver vinto un cazzo!!!!

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