Nero Come

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mercoledì 16 settembre 2015

Con le mani sui coglioni - La storia vera di Penna Nera - Ultima

Puntata nove – la Fine (con sollievo) - Penna nera continuava a raccontare e io – Nero Come - uomo di lotta e di bandiera (sempre biancoazzurra) faticavo a capire i suoi metodi. Per me è sempre stato difficile capire certi giochi. La palla o è entrata e allora è gol o non è entrata e allora si gioca. Che centrava apparire pelle e ossa davanti a un giornalista? E farlo fuggire per lo spettacolo improvviso e osceno di un corpo in decadimento? Avrebbe potuto creare nell’inconsapevole giornalista uno shock anafilattico un’idea di suicidio un tentativo di ingollare sedativi il rifiuto perenne della gnocca il ricorso alla via omosex dopo lo shock di un sì tanto schifo improvviso. Avrebbe potuto intraprendere la via francigena per arrivare a piedi all’ex Pò o cominciare a raccontare film osceni di una notte finita tra le lenzuola di una dattilografa pelle e ossa che ammaliava incauti uomini o avrebbe potuto attenderla per altri trent’anni come l’omerico attese la sua Troia … Mah!!! … a certi orrori bisogna essere pronti… e fu una fortuna che l’uomo fuggì senza sfiorarla…!!!
Lei comunque riprese e mi raccontò che si presentò nell’ufficio dell’asino divenuto Presidente e cominciò a incensarlo… “Scriverò di te e dirò che sei il migliore mai visto l’unico che lavora che combatte la mafia che pensa al bene di Ostia e dei suoi cittadini”. L’asino emozionato come mai prima affermò che era tutto vero e che un paio di idioti lo molestavano. “Li distruggerò io” - tuonò la dattilografa. “Devi però darmi le intercettazioni perché lì troverò i nomi giusti”. “Detto e fatto. L’asino abboccò e per festeggiare l’alleanza si recò in spiaggia dove in pompa magna liberò un piccione davanti al popolo Pdiota festante. Il piccione fu afferrato al volo da un gabbiano masticato e digerito e cagato in un batter baleno. Di questo il giornale dei ciechi Ripubblica non fece menzione. Da quel momento il bene del Partito Democristiano e di Ostia trionfò. “Ma tu lo sapevi che era un malandrino? “ – le chiesi. “Certo che lo sapevo” – mi rispose candida come una vergine – “ma mica potevo dirlo al mondo intero… era del Pdioti quelli che presto mi avrebbero portato alla camera”. Da letto – pensai ma non lo dissi e invece esclamai: “Ah beh … giustamente … gli obbiettivi, l’ingoio, etc…” “Certo certo” - e continuò raccontandomi che il gioco funzionò fino al giorno in cui all’asino Presidente furono messi i braccialetti elettronici per un telefonata a un certo Salvatò. “E come hai fatto per gli psicolabili del web che ti sbavano dietro?” “Mi affrettai a commentare che sapevo tutto che avevo previsto tutto che ogni cosa la avrei raccontata e con una semplice capriola e salto mortale affermai che faceva parte del piano. Così cambiai banderuola passando a una più allegra e mi accostai alla assessora moglie di un politico del Comune di Roma”. “Ah bene e cosa successe?” “Anche il suo nome comparve nelle intercettazioni mentre il marito andò in galera senza passare dal via”. “Azz …che sfiga !” “Allora cambiai di nuovo e cercai il titolare del Core Pazzo un locale autorizzato – dissero – a distribuire alcolici persino ai minori. E in seguito, dopo una festicciola con tutti gli alti papaveri del territorio il locale fu chiuso per ferie ad oltranza e il politichello provò a darsi fuoco… e ancora va in giro a maledire quel giorno”. Cominciai ad impressionarmi per le sciagure che seguivano i suoi spostamenti … nemmeno la Lazio del 74 … “Ma io non mi arresi e ora sono molto molto vicina all’assessore ai trasporti”. “Ah … il nano carogna di sicuro perché ha il cuore vicino al buco …”. “Noooooo … è bellissimo…” affermò infine civettuola. “Ma come mai lo chiamano Sgocciolo?” “Ohhh …sembra che perda le gocce mentre parla” … Rimasi sbigottito per questa forma di gossip. Ma si sa.. le dattilografe vivono di questo ! “Lui sì che mi porterà alla Camera. E già vedo una bella nottata in sua compagnia… tanto la moglie è così scialba, grassoccia e poco attraente …dicono in giro che suo padre non l’ha riconosciuta quando è nata … e poi è in Piemonte. Mica se la porta dietro!!! Sarà una notte da ricordare considerata la sua altezza fisica morale e culturale … speriamo solo che la metro non lo travolga…” Fu in quel momento che ebbi l’idea di…. Ma lasciai correre e chiesi: “E Manganello Delturco che fine ha fatto?” “O poverino … gli va proprio male la vita … pare che lo vogliano pensionare per una storia di magrebini …dicono che è sempre in pista ad inseguire gli arabi che vogliono scendere prima dall’aereo…” Non capii cosa stesse dicendo ma a quel punto ogni remora e ogni dubbio erano scomparsi. Avevo collocato nel punto esatto quella sensazione di fastidio che provavo. Con gesto rapido mi infilai le mani sui coglioni e cominciai a raspare. Sì signori miei! Avete presente quel rumore allegro che fanno le unghie sui coglioni? Quel rumore che solo gli uomini con le palle conoscono? Quel rumore con il quale si cerca di allontanare ogni malaugurato pensiero di sfighe e sventure? Ecco quel rumore era tanto più forte quanto era la mia paura di questo essere che ora volteggiava sulla mia vita. Un presagio oscuro che aveva iniziato ad aleggiare sulla mia testa… Così il rumore delle unghie sui coglioni aumentò di intensità come un rumore di parmigiano che si sfalda sulla grattugia. Intenso e doloroso ma portatore di un sollievo che allontanava da me sempre più il pensiero di una Penna davvero nera ... come la sfiga. Un suono, un dolore e un sollievo mai ascoltato prima che mi scorticò le palle molto più della mia odiata ex moglie! Finalmente capivo di cosa si trattava. Questa era un uccello del malaugurio. Era un re Mida al contrario. Ovunque si era appoggiata aveva lasciato una scia di merda. Senza troppo dare nell’occhio mi alzai e le dissi che non ero in grado di scrivere una biografia. Troppo impegnativa aggiunsi mentre cercavo una via di fuga. Lei allungò la mano per toccarmi ma con balzo felino da porcellino la mollai nel suo scranno e ai suoi sogni corroborati da pompini aziendalistici verso i sempre goderecci falli rossosbiaditi del Partito Democristiano. Io non avrei permesso che il mio favoloso manganel cortese finisse ( o sarebbe finito ...Boh )in un antro sì puzzolente. Mi ritrovai in strada. Con le mani sui coglioni. Continuai a correre e raspare … raspare… raspare! Fu in quel momento - difficile per ogni uomo - quando il pensiero e la mano lottano per una guerra che gli antichi padri chiamavano pugna e che essendo composta da solo cinque contro uno è di par suo piccola diventando di logica conseguenza pugnetta che vidi il cappetano della Riomma alzare la coppa Italia. Avevamo perso il derby? Un’altro (onore al nano assessore) incubo? “Nooooooooo gridai. Noooooooooo… Allontanati da me porti sfiga! Non ti voglio vedere più ... nemmeno in manette. Nemmeno iiiiinnnn ....”
Fu in quel momento dicevo - che sentii le mani delicate di Fontana Candida la dolce infermiera del CIM che mi scuotevano “…Nero…Nero dai…hai preso le pasticche stasera?”. Mi svegliai di colpo mentre la Candida dolce e tenera come un machete che affetta un cocco si apprestava a mollarmi una cinquina in pieno viso. La guardai amorevole e sudato nonostante il freddo: "Stai sognando...- disse - hai avuto un'incubo (Onore a Sgocciolo !!! )" “Ne ho avuti due. Due incubi che si sovrappongono non è possibile” “La Lazio ha vinto la coppa scemo!” – disse lei. Era vero. La Lazio aveva vinto la coppa. “E la dattilografa tutta camera e marito? E' da ieri che mi perseguita…?” “Ma di chi parli… ieri era domenica e non sei voluto uscire dal centro”. “Che sollievo!" – esclamai. La dattilografa non era mai esistita. Era stato solo un brutto sogno. Niente di più. Un’incubo (bacio le mani Sgocciolo!!!) ma le mani sui coglioni le lasciai a lungo perché certi uccellacci a Ostia prima o poi te li trovi di fronte per davvero anche se adesso so che basterà girarsi dall’altra parte per riprendere il sonno dei giusti!

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