Sono
le tre del mattino. L’aria di ottobre è fresca. Spengo la luce e socchiudo la
finestra mentre ripenso a ciò che ho vissuto con una confusione in
testa che non ricordo nemmeno che giorno sia oggi. Non so neanche cosa sia
avvenuto prima, il compleanno della magnifica del 23 agosto o la sòla di
Affondo Insabbiella, ma a rigor di logica suppongo che i festeggiamenti abbiano
preceduto di qualche mese la sòla, e che all' epoca di quest'ultima già
esistesse il mito della Magnifica o meglio la sua coscienza di combattente.
Perché in ogni rivolta che si rispetti c’è sempre un gruppo di eroici combattenti.
E all’Idroscarico, che vi piaccia o no, signori miei, i combattenti erano e
saranno sempre capitanati dalla Magnifica.
“A
Ostia dobbiamo organizzare la resistenza civile. Nella strade è in atto da
tempo, ma nessuno ha gli occhi per vederla, né l'udito affinato per sentirla. E
dunque intoniamo: “Avanti popolo alla riscossa, il Caravaggio è chiuso
in una fossa”.
“Se non la smette di dire
stronzate, gli do un colpo con il mattarello e quel panama non se lo toglierà
più” – disse la Magnifica
guardando Gei Matti detto Millanta, fan della giornalaia dell’anno e onanista
pipparolo convinto.
Fu così che conobbi l’indiscussa
eroina dell’Idroscarico. Lei sì, donna dell’anno e del secolo. Lei, i suoi
terribili nipoti, la Candida ,
l’omino di gomma al secolo Cristian Santo Subito.
La osservai a lungo mentre
sfilava le fotografie della sua gioventù in cui sembrava una madonna adorata
dal bue popolo intero. Il tempo aveva sbiadito i colori ma lei, in costume da
bagno, attaccata a uno scoglio come una cozza, faceva impallidire con la sua
bellezza, tutte le star di Cinecittà. Fu in quel momento che il Millanta tirò
fuori un classico del suo repertorio pronto come al solito a sbafare ogni
minimo pasto: “Tutti in tavola” – gridò, mentre gli gnocchi al ragù preparati
dalla Magnifica venivano serviti caldi e fumanti. Il millanta non riuscì a
mettere in bocca neanche uno gnocco che il primo dei 4 terribili nipoti
rovesciò il piatto pieno di sugo sulla camicia. Fu in quel momento che ebbe una
crisi di nervi. La camicia piena di sugo sembrò insanguinata e scattammo una
foto che fece il giro del mondo con il titolo: Onanista di sinistra aggradito
(notate bene …non aggredito ma aggradito) all’Idroscarico.
Con questa immagine epica ci
dirigemmo verso i copertoni, pietre e cassonetti ancora da posizionare al
centro della strada. In quel preciso
momento comparve lui, urlante come solo i mattacchioni sanno fare: “Pedalo da
due ore… vengo proprio dal CIM...”
“Non poteva essere
diversamente!” – esclamai.
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